Perché compare la psoriasi? ecco le cause scatenanti che non ti aspetti

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle di natura non contagiosa che affligge milioni di persone nel mondo. Le sue manifestazioni cliniche variano, ma le tipiche placche rosse, spesso ricoperte da squame argentee, rappresentano il segno più visibile di un processo molto più profondo e articolato. La scienza ha fatto notevoli progressi nella comprensione di questa patologia, ma le cause scatenanti, così come la predisposizione allo sviluppo della malattia, restano in parte avvolte nel mistero. Per comprendere perché compare la psoriasi, è necessario esplorare una serie di fattori che spaziano dal corredo genetico alle influenze ambientali e immunitarie.

Le origini della psoriasi: predisposizione genetica e sistema immunitario

Alla base della psoriasi vi è l’interazione tra componenti genetiche e fattori immunitari. Studi recenti hanno identificato alcune regioni del patrimonio genetico, come il locus PSORS1, che predispongono a una maggiore suscettibilità. Chi ha un parente stretto affetto da psoriasi presenta infatti una probabilità superiore di svilupparla rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, non è sempre la storia familiare a determinare la comparsa della malattia: molti pazienti non presentano alcun caso noto in famiglia, il che suggerisce che siano necessari altri fattori scatenanti affinché la psoriasi si manifesti. Predisposizione genetica e risposta immunitaria sono dunque strettamente legate.

A livello immunitario, la psoriasi si caratterizza per una disregolazione dei linfociti T, cellule chiave del sistema immunitario. In chi è predisposto, questi linfociti invece di difendere l’organismo da agenti dannosi, attaccano per errore le cellule dell’epidermide, innescando una risposta infiammatoria cronica. Questo processo porta a una produzione accelerata delle cellule cutanee, che si accumulano sulla superficie della pelle in forma di placche. Una volta attivata questa risposta, il disturbo tende a persistere per tutta la vita, anche se l’intensità e la frequenza delle manifestazioni possono variare sensibilmente.

I fattori scatenanti più inattesi

Una delle caratteristiche più complesse della psoriasi è la sua variabilità individuale. Due persone con la stessa predisposizione genetica possono manifestare la malattia in momenti, forme e con gravità completamente diverse. Ciò avviene perché l’accensione della malattia spesso richiede uno o più fattori scatenanti, che possono essere anche molto differenti da individuo a individuo.

Tra i trigger più comuni compaiono:

  • Infezioni: in particolare quelle da streptococco possono scatenare la forma guttata nei bambini e nei giovani adulti. Anche virus come HPV e HIV possono avere un ruolo nell’innesco della risposta immunitaria aberrante.
  • Traumi cutanei: lesioni, graffi, punture di insetto, scottature o semplice attrito possono provocare la manifestazione della psoriasi nella sede traumatizzata. Questo fenomeno, noto come fenomeno di Koebner, è ben documentato ma spesso sottovalutato.
  • Stress psicofisico: lo stress è uno dei fattori scatenanti più ricorrenti e, curiosamente, la presenza delle placche stesse può generare ulteriore stress, innescando un ciclo difficilmente spezzabile.
  • Condizioni metaboliche: l’obesità, il diabete e l’ipercolesterolemia non solo aumentano il rischio di sviluppare la psoriasi, ma sembrano peggiorarne la gravità e la frequenza delle riacutizzazioni.
  • Farmaci: alcuni medicinali possono favorire l’insorgenza o l’aggravarsi dei sintomi. Famiglie di farmaci come beta-bloccanti, FANS, antibiotici o agenti antimalarici sono frequentemente implicate come trigger farmacologici.
  • Esposizione al freddo o a sostanze chimiche irritanti può peggiorare la malattia, così come l’abuso di alcool e il fumo.
  • Variazioni ormonali: alcuni pazienti riferiscono peggioramenti in fase puberale, durante la gravidanza o in menopausa, a conferma del ruolo degli ormoni.
  • Luce solare e raggi UV: la luce ultravioletta può agire sia da fattore protettivo che peggiorativo: l’esposizione moderata al sole migliora spesso i sintomi, ma per alcuni individui può peggiorarli.

Non bisogna infine dimenticare che la combinazione di più fattori nello stesso periodo può predisporre a una riacutizzazione anche in pazienti che da tempo non presentavano lesioni cutanee evidenti.

Miti da sfatare sulla trasmissibilità e le false cause

Un aspetto di fondamentale importanza, spesso oggetto di fraintendimenti e disinformazione, è che la psoriasi non è contagiosa. Non si trasmette né per contatto diretto né attraverso lo scambio di oggetti, nemmeno nelle forme più estese e apparentemente aggressive. La confusione nasce forse dal carattere visibile e talvolta impressionante delle lesioni. Tuttavia, la psoriasi resta una condizione che coinvolge il sistema immunitario e il corredo genetico, e non è assimilabile in alcun modo alle malattie infettive.

Altre falsi miti riguardano le cause alimentari: non esistono prove scientifiche convincenti che individui particolari cibi come agenti scatenanti universali. Piuttosto, uno stile di vita sano, una dieta bilanciata, il controllo del peso e la riduzione del consumo di alcool e tabacco rappresentano raccomandazioni utili non solo per ridurre i rischi legati alla psoriasi, ma anche per migliorare la salute generale.

Attenzione anche all’uso di cosmetici aggressivi, profumi e altre sostanze chimiche che possono irritare la pelle già sensibilizzata: possono contribuire alle riacutizzazioni, benché non siano la causa primaria della malattia.

Lo stato della ricerca e le prospettive future

Gli studi sulla patogenesi della psoriasi sono in continua evoluzione. Si è compreso che la chiave sta in una sinergia tra genetica, immunità ed esposizioni ambientali. Nuove ricerche stanno indagando il ruolo del microbioma cutaneo, vale a dire l’insieme di batteri e microrganismi che vivono sulla pelle, nella genesi e nelle riacutizzazioni della malattia. Anche lo stile di vita urbano, l’inquinamento e lo stress cronico vengono analizzati come possibili concause sul lungo termine.

Nonostante le difficoltà nella prevenzione primaria, la crescente conoscenza delle cause scatenanti ha migliorato la gestione della malattia e la qualità di vita dei pazienti. Oggi, il percorso terapeutico si basa sull’identificazione e sull’evitamento dei fattori trigger personali, associato a trattamenti farmacologici sempre più mirati che tengono conto delle caratteristiche immunitarie individuali.

Per chi convive con questa patologia, riconoscere e imparare a gestire i propri trigger rappresenta un passo fondamentale verso il controllo dei sintomi. Il supporto di dermatologi e specialisti è imprescindibile, così come la condivisione delle proprie esperienze con chi attraversa lo stesso percorso.

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