Osteoporosi: ecco i valori da tenere d’occhio per perdere punti e salute delle ossa

L’osteoporosi è una condizione patologica che determina una netta riduzione della densità minerale ossea e un conseguente aumento della fragilità dello scheletro, incrementando di molto il rischio di fratture anche dopo traumi minimi o, in alcuni casi, senza che si verifichi alcun trauma. La salute delle ossa riveste quindi un ruolo cruciale per garantire una buona qualità della vita, specialmente avanzando con l’età e in presenza di fattori predisponenti.

I valori chiave per valutare la salute ossea

Il principale parametro numerico per valutare lo stato delle ossa è il T-score, ovvero una misura oggettiva della densità minerale ossea ottenuta tramite l’esame MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Il T-score esprime lo scostamento, in termini di deviazione standard, tra il valore misurato del paziente e il valore medio di riferimento di una giovane popolazione adulta sana al massimo del proprio picco di massa ossea (densitometria ossea).

  • Normale: T-score superiore a -1, indica una buona densità ossea.
  • Osteopenia: T-score compreso tra -1 e -2,5, rappresenta una condizione di perdita moderata di massa ossea.
  • Osteoporosi: T-score inferiore a -2,5, indica una perdita significativa di densità con rischio di frattura.
  • Osteoporosi grave: T-score inferiore a -2,5 e presenza di almeno una frattura da fragilità.

Questi valori sono definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e costituiscono il riferimento riconosciuto per la diagnosi, la stadiazione e il monitoraggio dell’osteoporosi. Ogni punto (deviazione standard) perso equivale a una riduzione sensibile (pari a circa il 10-15%) della robustezza ossea rispetto alla media. Il T-score è quindi il primo indicatore da tenere sotto controllo per “perdere punti” in salute delle ossa: più si abbassa, maggiore è il rischio per il paziente.

Altri valori e indicatori di rischio

Oltre al T-score, esistono altri parametri che supportano la valutazione del rischio osteoporotico e della salute scheletrica:

  • Densità Minerale Ossea (BMD): valore assoluto espresso in g/cm², utilizzato soprattutto nei giovani tramite il cosiddetto Z-score, che confronta la densità ossea rispetto a una popolazione di pari età.
  • Soglia di frattura: livello di densità ossea al di sotto del quale aumenta considerevolmente il rischio di fratture spontanee, in particolare a carico di vertebre, femore, polso e anca.
  • Frequenza e storia di fratture: chi ha già avuto fratture da fragilità è esposto a rischio molto maggiore di futuri eventi analoghi.
  • Fattori biochimici: come calcemia, fosforemia e markers del metabolismo osseo, meno usati per la diagnosi ma utili per indagare cause secondarie o monitorare la terapia.

Fattori e comportamenti che incidono sui valori ossei

La perdita della massa ossea è un processo fisiologico che può essere accelerato o peggiorato da alcuni fattori di rischio. È fondamentale conoscere quali comportamenti possono influenzare negativamente i valori della densità ossea:

  • Età avanzata: con il passare degli anni la perdita ossea accelera, specie nelle donne dopo la menopausa.
  • Stile di vita sedentario e mancanza di attività fisica regolare, soprattutto di tipo gravitazionale (camminate, corsa leggera, salita delle scale).
  • Alimentazione povera di calcio e vitamina D.
  • Sottopeso e diete restrittive: una bassa massa corporea è associata a minore protezione ossea.
  • Abuso di alcol e fumo.
  • Assunzione di farmaci specifici come corticosteroidi per lungo tempo.
  • Malattie croniche (es. patologie reumatiche, insufficienza renale, problemi endocrini).

Un altro elemento poco discusso ma rilevante è il raggiungimento di un picco di massa ossea insufficiente durante l’infanzia e la prima età adulta. Se non si ottiene una buona massa ossea “di partenza”, le probabilità di scendere rapidamente sotto le soglie critiche aumentano notevolmente nella terza età.

Prevenzione e monitoraggio della salute ossea

La prevenzione rappresenta l’arma più efficace per mantenere valori di densità ossea ottimali e abbattere il rischio di osteoporosi e fratture. Le strategie principali includono:

  • Iniziare a prendersi cura delle ossa fin dai 30 anni, età in cui il processo di perdita può incominciare in maniera invisibile.
  • Effettuare periodicamente la MOC, soprattutto in presenza di fattori di rischio o dopo i 50 anni.
  • Adottare uno stile di vita attivo e praticare regolarmente esercizi di carico.
  • Curare l’alimentazione, garantendo un apporto adeguato di calcio e vitamina D e riducendo consumo di sodio, zuccheri raffinati e bevande gassate.
  • Evitare fumo e abuso di alcol.
  • Consultare un medico di fronte a dolori ossei ricorrenti o fratture inspiegate, per individuare tempestivamente segnali di allarme.

Il monitoraggio dei valori tramite MOC è raccomandato con cadenza variabile a seconda dell’età, della storia clinica e della presenza di fattori di rischio personali. I valori MOC devono essere interpretati da specialisti, contestualizzati nel quadro clinico generale e integrati con gli altri marcatori di salute scheletrica.

Attenzione particolare va posta al costante abbassamento dei valori di T-score tra -1 e -2,5, segnale di rischio crescente che merita già l’adozione di misure preventive o l’avvio di una terapia specifica sotto controllo medico. Nei soggetti in cui il valore scende al di sotto di -2,5, si entra nella diagnosi di osteoporosi vera e propria, una condizione che richiede un piano terapeutico mirato, spesso multidisciplinare.

Mantenere sotto osservazione questi parametri – soprattutto il T-score – è fondamentale non solo per prevenire la perdita di salute delle ossa, ma anche per “guadagnare anni di benessere” e ridurre le complicanze legate alle fratture in età adulta e anziana. Investire in informazioni accurate, abitudini sane e controlli periodici rappresenta la migliore strategia per preservare l’integrità dello scheletro.

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