La calce è un disinfettante: la risposta sorprende tutti

La calce, da sempre considerata un materiale essenziale in edilizia e agricoltura, possiede una caratteristica sorprendente e spesso trascurata: la sua efficace azione disinfettante. Questa proprietà, oltre a renderla fondamentale nelle pratiche agricole e di igiene, apre scenari interessanti anche per una gestione sostenibile di ambienti e coltivazioni minacciate da parassiti e agenti patogeni. Benché la sua fama sia legata storicamente alla costruzione e al trattamento dei suoli, il potenziale della calce come disinfettante naturale stupisce per versatilità e capacità d’azione.

Le forme della calce e il principio disinfettante

La calce si presenta sotto diverse forme, le principali delle quali sono la calce viva (ossido di calcio), la calce spenta (idrossido di calcio) e la più particolare calce idraulica. Dal punto di vista chimico, ciò che determina la sua azione disinfettante è l’elevata alcalinità: quando la calce entra in contatto con l’acqua, libera idrossido di calcio, innalzando considerevolmente il pH dell’ambiente circostante.

Questo ambiente basico danneggia e distrugge le pareti cellulari di molti microrganismi, portando così all’eliminazione di:

  • Batteri che possono causare infezioni nei terreni e nelle strutture agricole
  • Fungine e spore pericolose per le colture
  • Uova e larve di parassiti che compromettono la salute delle piante e degli animali

Il processo di reattività si basa su una reazione esotermica: durante la trasformazione da calce viva a spenta, si genera calore e una quantità significativa di ossigeno, che contribuisce a neutralizzare agenti patogeni e insetti. L’effetto sanificante, rapido e marcato, ha reso la calce un presidio tradizionale nelle aziende agricole e nelle strutture abitative di campagna, soprattutto dove l’accesso ai disinfettanti di sintesi era ridotto.

Applicazioni pratiche in agricoltura e ambienti zootecnici

L’impiego della calce come disinfettante si concentra soprattutto nel settore agricolo e zootecnico. La sua efficacia è stata confermata dalla prassi secolare e da numerosi studi tecnici recenti, soprattutto attraverso due modalità di utilizzo:

Disinfezione del terreno e delle colture

La polvere di calce, specie nella variante viva, viene spesso distribuita sul terreno per neutralizzare i parassiti e prevenire malattie fungine e batteriche. In altre situazioni, la calce spenta viene preparata come una sospensione acquosa da spruzzare sulle superfici sensibili di tronchi e rami. Questo trattamento si esegue tipicamente in autunno, e, oltre all’effetto disinfettante, contribuisce a riflettere la luce solare e a prevenire sbalzi termici che possono danneggiare le piante. Il pH fortemente basico della soluzione uccide uova di insetti, spore fungine e batteri potenzialmente dannosi.Va sottolineato, tuttavia, che tale trattamento non si sostituisce a pratiche agronomiche più articolate o ad altri presidi sanitari in caso di infestazioni gravi.

Trattamenti igienici negli stabilimenti zootecnici

La disinfezione tramite calce è tradizionale anche in allevamenti di pollame e di bestiame, dove viene disperduta sulle superfici delle stalle, nei nidi e nei cortili, allo scopo di ridurre la carica microbica e impedire la proliferazione di agenti patogeni, soprattutto nei periodi in cui si ancora si fa uso limitato di agenti chimici di sintesi. In questa funzione, la calce contribuisce altresì al controllo degli odori, rendendola preziosa anche per il trattamento di letamai e aree di stoccaggio dei reflui.

Disinfezione ambientale e altri usi igienici della calce

Non solo in agricoltura, ma anche nella disinfezione di ambienti domestici, pozzi, latrine e impianti di trattamento delle acque, la calce trova un posto di rilievo. La sua capacità di innalzare il pH e di coagulare le impurità si rivela utilissima nei processi di depurazione, dove aiuta a rimuovere fosfati, metalli pesanti e altre sostanze indesiderate dal ciclo idrico urbano. In passato, nelle campagne, la calce veniva spesso spalmata sulle pareti interne di stalle, pollai e magazzini proprio per garantire una barriera igienica contro infezioni e muffe.

Un altro utilizzo interessante si ritrova nella fabbricazione della carta dove, oltre a un ruolo tecnico, contribuisce all’igienizzazione delle fibre di legno. Lo stesso processo avviene anche nella candeggiatura e sbiancatura di tessuti e materiali organici, sfruttando l’azione disinfettante combinata con la capacità sbiancante.

Sicurezza, limiti e precauzioni nell’uso della calce

Sebbene la calce si distingua per la sua azione disinfettante naturale ed efficace, è fondamentale ricordare che il suo utilizzo impone alcune precauzioni essenziali, dovute all’estrema causticità e alcalinità soprattutto della variante “viva”. Il contatto diretto con la pelle o le mucose può causare gravi ustioni, mentre l’inalazione delle polveri è pericolosa per le vie respiratorie. L’ingestione accidentale è fortemente tossica e può provocare disturbi sistemi gravi come alterazioni del pH ematico, emorragie gastrointestinali, fino a difficoltà respiratorie acute.

Per queste ragioni, ogni trattamento con calce deve essere eseguito indossando dispositivi di protezione adeguati: guanti, maschere, occhiali e vestiario impermeabile sono indispensabili sia nella manipolazione della sostanza che nella preparazione delle soluzioni. Inoltre, anche se la calce è ritenuta sicura a patto che venga impiegata secondo le linee guida tecniche, bisogna sempre valutare la sensibilità delle colture trattate e l’equilibrio chimico del suolo, evitando eccessi che potrebbero causare squilibri agronomici o effetti fitotossici.

Infine, nella gestione di rifiuti organici e fanghi di depurazione, la calce ha ancora un ruolo centrale nei processi di stabilizzazione e sanificazione, soprattutto nei contesti rurali e nelle economie circolari delle piccole aziende agricole.

In conclusione, la “sorpresa” dell’azione disinfettante della calce risiede nel suo duplice carattere: una soluzione semplice ed economica, ma non priva di rischi, in grado di coniugare la tradizione agronomica con nuove esigenze di sicurezza ambientale e sostenibilità. Il suo impiego razionale, fondato su conoscenze tecniche aggiornate e precauzioni operative, la conferma ancora oggi come un presidio straordinariamente versatile nel controllo delle infezioni e nella protezione di ambienti rurali e urbani.

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