In Italia, le persone che dichiarano un reddito annuo superiore a 300.000 euro sono circa **41.000 contribuenti**, ossia solo lo **0,2% del totale**. Questo dato si riferisce agli ultimi dati ufficiali fiscali e offre una fotografia estremamente selettiva della porzione di popolazione davvero benestante dal punto di vista reddituale.
Chi possiede davvero almeno 300.000 euro?
È fondamentale distinguere tra chi guadagna **più di 300.000 euro l’anno** e chi possiede un patrimonio totale — quindi tutto il complesso di beni immobiliari, finanziari e altre attività meno i debiti — pari o superiore a quella cifra.
In termini di **ricchezza netta**, la concentrazione di patrimonio in Italia è tra le più alte d’Europa. Secondo dati aggiornati a fine 2023 della **Banca d’Italia**, la **ricchezza netta totale delle famiglie italiane** supera gli **11.700 miliardi di euro**, con una media pro capite di circa **191.000 euro**. Tuttavia, questa media è fortemente influenzata dall’enorme ricchezza detenuta da una piccola minoranza: il **10% più ricco delle famiglie** controlla quasi il 60% di tutta la ricchezza.
Di conseguenza, anche se il patrimonio medio è sopra i 190.000 euro, la quantità effettiva di persone con **almeno 300.000 euro di ricchezza** è molto più bassa. I calcoli dei principali studi stimano che a detenere patrimoni netti superiori a questa soglia siano circa il **7% delle famiglie italiane**.
I veri numeri: distribuzione della ricchezza
Dai dati fiscali emerge che:
- Solo 41.000 italiani dichiarano più di 300.000 euro di reddito annuo, corrispondente allo 0,2% dei contribuenti.
- Nel range tra 100.000 e 300.000 euro di reddito dichiarato si trovano circa 461.000 persone, ovvero poco più dell’1%.
- Se si considera il patrimonio netto (beni mobiliari, immobiliari e risparmi meno debiti), la quota di chi possiede almeno 300.000 euro totali è più ampia rispetto a quella dei soli grandi redditi, ma resta comunque una minoranza: secondo stime aggregate tra dati Oxfam, Banca d’Italia e analisi settoriali, il totale si attesta tra 3 e 4 milioni di famiglie sulle oltre 25 milioni totali.
Per dare un riferimento, si può dire che tra chi possiede almeno **300.000 euro** di patrimonio potrebbero situarsi 7-10 milioni d’italiani considerando i nuclei familiari più abbienti e la composizione media delle famiglie italiane (formate da 2,3 persone circa ciascuna).
Redditi e patrimoni: una fotografia realistica
I dati sulla distribuzione della ricchezza mostrano una netta disparità:
- La maggioranza dei contribuenti (oltre il 75%) dichiara redditi annui inferiori a 29.000 euro.
- Poco più del 20% della popolazione guadagna oltre 35.000 euro annui, e solo una minima parte supera i 100.000 euro.
- Più del 50% della ricchezza è concentrata tra il 10% più ricco del paese.
La distribuzione fortemente diseguale fa sì che la ricchezza mediana, cioè quella a metà della graduatoria patrimoniale, sia decisamente più bassa rispetto alla media: secondo Banca d’Italia nel 2024 è sotto i 150.000 euro a persona.
Impatti sociali ed economici delle diseguaglianze
L’estrema polarizzazione della ricchezza italiana si riflette su numerosi aspetti chiave:
- La spesa fiscale grava soprattutto sulle fasce alte: il 20% dei contribuenti paga oltre il 60% dell’IRPEF, mentre chi ha i redditi maggiori (sopra i 300.000 euro) contribuisce a quasi l’8% del totale dell’imposta netta, pur essendo un’esigua minoranza.
- Le politiche sociali e fiscali sono spesso indirizzate a riequilibrare tali differenze, con risultati solo parziali; il sistema italiano resta comunque uno dei più diseguali in Europa tra i grandi paesi avanzati.
- L’accumulo di ricchezza immobiliare e una bassa quota di investimenti finanziari tra i piccoli risparmiatori limitano la mobilità sociale e amplificano la vulnerabilità delle famiglie alle crisi economiche.
Come si compara con altri paesi europei
Su scala europea, l’Italia presenta alcune caratteristi peculiari:
- La quota di persone benestanti in termini patrimoniali è relativamente ampia grazie all’alta percentuale di proprietari di ricchezza immobiliare, effetto di politiche storiche di incentivo all’acquisto della casa.
- Al contempo, il livello di reddito medio è stagnante e nettamente inferiore a quello dei maggiori paesi del Nord Europa.
- L’Italia resta tra i paesi con il patrimonio privato più elevato al mondo in rapporto al PIL, ma nel contesto interno questa ricchezza è molto meno diffusa di quanto le cifre medie suggeriscano.
La presenza di una fascia relativamente ampia di popolazione con patrimoni superiori ai 300.000 euro deriva in buona parte dal valore delle abitazioni di proprietà, spesso accumulate nell’arco di più generazioni. Tuttavia, la reale disponibilità liquida risulta spesso ridotta: molti “ricchi” per il fisco sono in realtà famiglie con un elevato valore immobiliare ma poche risorse finanziarie immediatamente spendibili.
Conclusioni sui dati reali
I dati reali più recenti attestano che:
- Una fetta piccolissima della popolazione italiana guadagna oltre 300.000 euro l’anno (meno dello 0,2%).
- Chi può dichiararsi davvero benestante in termini patrimoniali – oltre 300.000 euro tra casa, risparmi e investimenti – comprende alcune milioni di persone, ma resta sotto al 20% della popolazione.
- La ricchezza nazionale è fortemente concentrata e le diseguaglianze sono un tratto strutturale del sistema economico e sociale italiano.
Questa concentrazione di patrimonio e l’incremento costante della ricchezza media negli ultimi anni, a dispetto di una stagnazione dei redditi, fanno sì che il tema delle “vere” ricchezze in Italia sia spesso frainteso: la vera élite dei patrimoni sopra i 300.000 euro rimane una netta minoranza, sia in termini di reddito che di capacità di spesa reale, rispetto al resto della popolazione.