Attenzione: ecco le nuove regole per l’assegno di inclusione che ti impediscono di ottenerlo

Le modifiche più recenti apportate all’assegno di inclusione per il 2025 hanno introdotto una serie di nuove regole che possono rappresentare veri e propri ostacoli all’ottenimento del sostegno e alla sua prosecuzione. Queste nuove condizioni si inseriscono in una più ampia riforma delle misure di welfare e sono mirate sia a una revisione dei criteri economici sia a una maggiore attenzione verso la frequenza scolastica e la partecipazione attiva a percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

Requisiti economici: nuove soglie ISEE e reddito

Per quanto concerne le soglie di accesso economico, dal 1° gennaio 2025 le condizioni per ottenere l’assegno sono state riviste al rialzo, ma con alcuni limiti rilevanti. Risulta quindi fondamentale per i richiedenti conoscere nel dettaglio i nuovi parametri che, se non rispettati, impediscono la percezione del beneficio:

  • Il limite massimo di ISEE è salito da 9.360 a 10.140 euro
  • Il reddito familiare massimo è aumentato da 6.000 a 6.500 euro (da moltiplicare per il parametro della scala di equivalenza)
  • Per i nuclei composti esclusivamente da persone con età superiore ai 67 anni o da over 67 conviventi con familiari tutti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, la soglia reddituale sale da 7.560 a 8.190 euro
  • Per i nuclei che abitano in locazione, il reddito di accesso sale a 10.140 euro e il contributo viene incrementato fino a 3.640 euro (o 1.950 euro se in presenza di over 67 e familiari disabili gravi)

Resta obbligatoria la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) aggiornata: il superamento anche di una sola di queste soglie comporta la decadenza immediata dal beneficio oppure la bocciatura della domandaISEE.

Nuove cause di esclusione: diritto allo studio e frequenza scolastica

Un’altra innovazione determinante introdotta dal 2025 riguarda il collegamento tra diritto allo studio e accesso alla misura. Il legislatore intende infatti valorizzare la frequenza scolastica come condizione imprescindibile:

  • La presenza, all’interno del nucleo, di figli minorenni che non frequentino regolarmente la scuola dell’obbligo o che ne siano usciti senza conseguire un valido titolo di studio comporta la perdita dell’assegno
  • La verifica viene affidata agli operatori sociali che, durante la stesura del Patto per l’Inclusione Sociale, controllano la frequenza o il possesso di un titolo di studio idoneo
  • Nel caso di inadempienza, la sospensione del contributo è immediata e automatica, senza margini per regolarizzazione tardiva

In sostanza, non soltanto il mantenimento ma anche l’attivazione dell’assegno passa attraverso l’osservanza del diritto allo studio: i genitori sono quindi tenuti a produrre regolare documentazione ogni anno scolastico, pena la decadenza totale dal beneficiodiritto allo studio.

Nuovi obblighi sul lavoro e limiti sulle proposte

Rimodulato anche il meccanismo delle proposte di lavoro obbligatorie per evitare l’esclusione dalla misura. Per rendere più equilibrato il sistema, il rifiuto delle offerte non è più causa automatica di perdita dell’assegno se la proposta:

  • Prevede un impiego a oltre 80 km o più di 120 minuti di viaggio dal proprio domicilio (in caso di figli minori di 14 anni o contratto a tempo determinato)
  • Non rispetta la compatibilità con le condizioni di salute o familiari riconosciute dalla Pubblica Amministrazione

Tuttavia, resta l’obbligo di adesione alle misure di accompagnamento al lavoro: la reiterata indisponibilità, anche “mascherata”, può portare alla cancellazione dai beneficiari. Questo restringe fortemente la platea degli inattivi o di chi accetta solo parzialmente le regole del percorso di inclusione.

Altre condizioni di esclusione: criteri e monitoraggio

Oltre ai punti precedenti, le novità legislative hanno imposto maggiori controlli su ulteriori condizioni che possono comportare la perdita del beneficio, anche in corso d’anno:

  • Non aver sottoscritto il Patto per l’Inclusione Sociale presso i servizi del Comune
  • Mancato rispetto degli appuntamenti programmati con i servizi sociali e lavorativi
  • Dichiarazioni false o incomplete nella DSU o nel modulo di richiesta
  • Variazione non comunicata del nucleo familiare o della condizione lavorativa/reddituale
  • Nuova titolarità di patrimoni, immobili o trasferimenti superiori ai limiti previsti
  • Possesso di veicoli o altri beni registrati di recente immatricolazione, superiore a quanto stabilito dalla normativa

L’attività di monitoraggio viene potenziata grazie alla collaborazione tra INPS, Comuni e Ministeri preposti: sono previsti controlli incrociati periodici sia sulle pratiche di nuova richiesta che su quelle di rinnovo. È importante sottolineare che l’ampliamento delle soglie economiche non compensa la maggiore rigidità nei confronti delle violazioni delle altre condizioni: chiunque venga meno agli obblighi appena descritti perde il beneficio, con la possibilità di essere escluso dai futuri cicli di aiuto sociale statale.

Infine, per venire incontro agli effettivi bisogni ma prevenire frodi e mala gestio, le autorità richiedono trasparenza totale, costante aggiornamento delle proprie condizioni e piena collaborazione con i servizi sociali, pena l’estromissione definitiva dalla platea dei beneficiari.

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