Negli ultimi anni, le truffe telefoniche si sono evolute in modo allarmante, colpendo migliaia di persone in tutta Italia e sfruttando vulnerabilità psicologiche e tecnologiche. Una delle pratiche più subdole e insidiose emerse di recente è quella legata alla cosiddetta “truffa del sì”, un raggiro che si serve di domande studiate per ottenere una conferma verbale, spesso grazie a tecniche di spoofing telefonico e all’uso sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale nelle frodi a danno dei consumatori.
Il meccanismo psicologico della truffa e la vulnerabilità degli utenti
Le chiamate truffaldine non sono semplici richieste di informazioni o offerte commerciali aggressive, ma vere e proprie operazioni di manipolazione progettate per mettere sotto pressione la vittima. Il chiamante si presenta spesso come operatore di una banca, fornitore di servizi energetici o rappresentante di un ente pubblico. La tecnica consiste nel instillare dubbi e panico nell’interlocutore, rendendolo meno lucido e più incline a rispondere d’impulso. L’obiettivo primario è che la vittima, magari per nervosismo o per liberarsi in fretta dalla chiamata, risponda con un semplice “sì” a domande come “Lei è il signor…?”, “Mi conferma che sto parlando con…?” oppure a quesiti apparentemente banali e fuori contesto.
Questo semplice assenso vocale, apparentemente innocuo, rappresenta invece il tassello chiave per le intenzioni dei truffatori. Gli esperti raccomandano in modo esplicito di non rispondere mai “sì” durante chiamate di provenienza sospetta, proprio perché questa parola può essere registrata e successivamente manipolata grazie a sofisticati software di editing audio o, più recentemente, con strumenti di intelligenza artificiale capaci di ricostruire frasi e conversazioni mai avvenute realmente.
Come operano le nuove truffe telefoniche: lo spoofing e la clonazione vocale
Un ulteriore fattore che rende la truffa del sì particolarmente efficace è la difficoltà di riconoscere le chiamate fraudolente. I truffatori si avvalgono di una tecnica denominata spoofing, ovvero la falsificazione dell’identità telefonica. Grazie a questa tecnica, il numero visualizzato sul display della vittima appare come italiano, spesso simile a quello delle vittime stesse o associato a grandi istituzioni, come banche o fornitori di servizi pubblici. Questo stratagemma mina ulteriormente la diffidenza e spinge le persone a rispondere.
Inoltre, con l’avvento di sistemi di intelligenza artificiale sempre più avanzati, oggi è possibile per i truffatori manipolare e clonare la voce dell’interlocutore. Basta una breve registrazione di pochi secondi, acquisita ad esempio attraverso la fatidica risposta affermativa, per permettere agli algoritmi di riprodurre digitalmente la voce della vittima. In questo modo, la registrazione del “sì” viene poi rimontata su altre conversazioni o inserita in richieste false e truffaldine, simulando ad esempio l’assenso a un contratto telefonico, a un cambio di fornitore o addirittura a disposizioni bancarie.
I rischi concreti: dalle attivazioni fraudolente alla sottrazione di denaro
Le conseguenze della truffa telefonica basata sulla risposta “sì” possono essere molto gravi e di vasta portata. Tra i rischi principali vi sono:
- Attivazioni non richieste di servizi o contratti: utilizzando la registrazione del “sì”, i truffatori possono attivare a nome della vittima nuovi contratti per la fornitura di luce, gas, telefonia o altri servizi, spesso a condizioni svantaggiose e senza che la persona abbia mai veramente dato il proprio consenso esplicito.
- Svuotamento del conto corrente: in casi più sofisticati, i criminali riescono a convincere la banca, un operatore di servizi finanziari o un gestore telefonico di avere ottenuto il consenso autentico della vittima a una determinata operazione, arrivando anche a disporre prelievi o bonifici non autorizzati.
- Furto di identità digitale: la conferma verbale registrata può essere utilizzata per completare procedure di identificazione telefonica presso enti pubblici, servizi online o piattaforme bancarie, consentendo così ai truffatori di appropriarsi dell’identità della persona.
- Danni economici e burocratici: oltre allo sconvolgimento emotivo causato dall’essere stati raggirati, la vittima si ritrova spesso costretta a dover intraprendere lunghe procedure di contestazione per annullare contratti o recuperare somme sottratte.
Non solo, la diffusione di queste truffe sta portando a un incremento sensibile delle denunce e delle segnalazioni alle autorità competenti, obbligando provider di telefonia e legislatori ad implementare nuove strategie di difesa per gli utenti.
Difendersi dalla truffa telefonica: pratiche e strumenti utili
La prevenzione rappresenta l’arma più efficace contro questo tipo di frode e si attua principalmente attraverso la correttezza dei comportamenti e l’adozione di strumenti tecnologici di protezione. Tra le principali regole da seguire per tutelarsi vi sono:
- Non rispondere a numeri sconosciuti o sospetti, soprattutto quelli internazionali o con prefissi atipici.
- Non pronunciare mai la parola “sì” durante telefonate di dubbia provenienza. In caso di domande che esigono una risposta affermativa, rispondere solo in modo neutro o facendo domande di rimando come “Chi desidera?”.
- Non fornire dati personali, bancari o codici identificativi (come il codice POD o PDR) al telefono, a meno che non si sia certi dell’identità dell’interlocutore e si tratti di una comunicazione effettivamente attesa.
- Registrare il proprio numero presso il Registro delle Opposizioni, uno strumento istituzionale che limita le possibilità per i call center non autorizzati di contattare i numeri iscritti.
- Utilizzare le funzionalità di blocco automatico delle chiamate spam presenti negli smartphone moderni e valutare l’installazione di applicazioni dedicate alla protezione dalle chiamate indesiderate.
- Verificare sempre tramite canali ufficiali l’identità di chi chiama, specialmente se la chiamata riguarda banche, fornitori di servizi pubblici o enti istituzionali.
- Riagganciare immediatamente in caso di sospetto e, se necessario, segnalare la chiamata alle autorità competenti o ai consumatori.
Le novità legislative e i nuovi filtri tecnologici
A fronte del crescendo del fenomeno, dal 19 agosto 2025 entra in vigore in Italia il primo vero filtro anti-spoofing obbligatorio per tutti gli operatori telefonici, imposto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Questo sistema mira a identificare e bloccare le chiamate provenienti da numeri falsificati, ponendo un argine concreto sia alle molestie commerciali che alle più pericolose truffe. Per utenti e aziende, questo rappresenta un passo avanti importante nella tutela della privacy e della sicurezza telefonica.
Nonostante l’arrivo di queste nuove misure tecnologiche, è fondamentale che ciascun consumatore continui a mantenere alta l’attenzione e ad informarsi sulle tecniche di spoofing e di manipolazione vocale, poiché i truffatori cercano sempre nuove strade e vulnerabilità da sfruttare. L’educazione digitale e la consapevolezza delle strategie dei cybercriminali restano strumenti indispensabili per la protezione individuale e collettiva.