Nel sistema bancario italiano la questione del limite massimo sul conto corrente è centrale sia per la tutela dei risparmi sia per la prevenzione di controlli fiscali o rischi patrimoniali. Non esiste una vera e propria soglia legale universale per l’ammontare che un correntista può detenere sul proprio conto, ma ci sono precise regole che ogni titolare dovrebbe conoscere per evitare pericoli legati a sequestri, indagini della Guardia di Finanza e, soprattutto, il rischio di eccedere il tetto di garanzia bancaria sui depositi che copre il denaro in caso di default dell’istituto.
La copertura del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD): il limite dei 100.000 euro
Il vero punto critico riguarda il limite massimo di sicurezza per il denaro depositato. In Italia, questa soglia è fissata a 100.000 euro per depositante e per banca. Si tratta del tetto garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi: in caso di fallimento della banca, ogni cliente viene rimborsato fino a questa cifra per la somma dei depositi detenuti presso uno stesso istituto. Se il cliente ha più conti correnti e titoli presso la medesima banca, il calcolo viene effettuato sul totale delle disponibilità e non per ciascun conto separatamente.
Per esempio, qualora si abbiano 200.000 euro totali suddivisi su due conti nella stessa banca, in caso di default dell’istituto, si rischia di perdere tutto ciò che eccede la soglia dei 100.000 euro, che rappresenta l’unica somma realmente tutelata. Questo limite, infatti, è stato stabilito a livello europeo per aumentare la fiducia nel sistema bancario, ma impone ai risparmiatori una valutazione costante circa la quantità di liquidità depositata in ciascun istituto bancario .
I rischi oltre il limite: cosa accade con cifre superiori
Depositare somme superiori ai 100.000 euro presso una singola banca comporta due tipi di pericoli:
- Rischio di perdita su default bancario: come già spiegato, la garanzia FITD non copre l’eccedenza oltre i 100.000 euro; la parte in più rimane esposta al rischio di perdita qualora la banca dovesse fallire.
- Attenzione da parte della vigilanza fiscale: versamenti e giacenze particolarmente elevate possono destare il sospetto degli organismi di controllo, che hanno il compito di contrastare riciclaggio, evasione fiscale e trasferimenti illeciti. In presenza di flussi di denaro non coerenti con la capacità reddituale dichiarata, sono possibili segnalazioni e verifiche automatiche.
Per conti cointestati, invece, la tutela si applica a ciascun titolare; se ad esempio il conto è cointestato fra due persone, la garanzia si estende a 200.000 euro totali (100.000 euro per ogni intestatario) . Questo consente una certa protezione a chi gestisce risparmi familiari o condivisi, ma anche in questo caso l’eventuale eccedenza oltre il plafond rischia di non essere rimborsata se la banca chiude i battenti.
Infine, tenere somme ingenti su un unico conto apre a problemi come la maggior esposizione a pignoramento in caso di contenziosi legali, oltre a costi di giacenza potenzialmente più elevati a causa di commissioni e imposte sulle grandi liquidità.
Normativa sui contanti: limiti ai versamenti e agli spostamenti
Parallelamente al discorso sulle cifre “pericolose” in banca, è necessario distinguere il tema della tracciabilità dei flussi di denaro contante. Dal 2023 il limite massimo per pagamenti e trasferimenti fra privati in contanti è fissato a 5.000 euro. Per importi superiori, la legge impone l’uso di strumenti tracciabili quali bonifici bancari, carte di pagamento o assegni .
Questo limite riguarda esclusivamente i rapporti tra soggetti diversi: acquistare, donare o prestare somme superiori a 5.000 euro in contanti espone a sanzioni amministrative (da 1.000 a 50.000 euro per importi fino a 250.000 euro, fino al massimo di 250.000 euro per cifre maggiori) . È tassativamente vietato anche il frazionamento artificioso dei pagamenti, ossia suddividere una singola operazione in varie tranche inferiori alla soglia per eludere il controllo della legge .
Tuttavia, il semplice versamento di contante sul proprio conto non è limitato dal punto di vista dell’importo. Il legislatore distingue infatti tra trasferimento fra soggetti diversi e deposito sul proprio patrimonio personale; ciò significa che non esistono limiti massimi di legge per versare contante sul proprio conto, ma resta fermo l’obbligo delle banche di segnalare operazioni sospette secondo le regole antiriciclaggio .
La segnalazione non equivale a un blocco o una sanzione automatica, ma può dar luogo a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Pertanto, ridurre la frequenza e la rilevanza dei movimenti in contanti, limitando le grandi giacenze a somme compatibili con il proprio reddito ufficiale, resta sempre prudente.
Consigli pratici per proteggere i propri risparmi
Alla luce delle regole vigenti, risulta essenziale adottare alcune strategie mirate:
- Non superare i 100.000 euro per banca e per intestatario: suddividere le proprie disponibilità finanziarie fra più istituti costituisce la soluzione più semplice e sicura per mantenere la piena copertura del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi anche per patrimoni considerevoli.
- In caso di conti cointestati, calcolare correttamente la quota protetta: il plafond raddoppia, ma occorre tener conto dei meccanismi di ripartizione e delle regole bancarie interne.
- Monitorare i flussi di contante: evitare grossi movimenti non giustificati da adeguata documentazione, conservando le ricevute di prelievi, bonifici, premi o regalie costituirà sempre un’utile tutela in caso di verifiche fiscali o bancarie.
- Limitare l’utilizzo del contante sopra i 5.000 euro: anche per i versamenti sul conto, l’operatività superiore a tale soglia richiede sempre motivazioni trasparenti e antiriciclaggio, così da non destare sospetti della banca o degli organi di vigilanza.
In sintesi, la cifra esatta che è pericoloso superare sul conto corrente corrisponde a 100.000 euro per persona e per banca: oltre questa soglia la protezione legale in caso di crisi bancarie viene meno e aumentano i rischi patrimoniali, fiscali e di tracciabilità. Per patrimoni superiori, la soluzione più sicura resta la buona distribuzione delle liquidità su più istituti, accompagnata da comportamenti trasparenti e pienamente documentabili.