La verità nascosta sui centri assistenza bollette: quanto guadagnano sulle tue pratiche

Da qualche anno, i centri assistenza bollette sono proliferati in molte città italiane, spesso presentandosi come interlocutori essenziali per la gestione delle utenze domestiche e aziendali. Si propongono come mediatori tra il consumatore e i fornitori di energia, gas, acqua e servizi di telefonia, dichiarando di offrire assistenza, consulenza personalizzata e la promessa di un risparmio grazie alla valutazione delle tariffe più vantaggiose. Ma cosa si cela dietro questi centri e quale reale ritorno economico ottengono dalle pratiche che gestiscono per i consumatori?

L’attività dei centri assistenza bollette: tra servizi e business

I CAB, ovvero i centri di assistenza bollette, offrono un’ampia gamma di servizi: dalla mera consulenza sulle offerte luce e gas, alle volture, subentri, reclami, pratiche di rimborso e rateizzazioni, fino alla gestione delle nuove attivazioni per energia e telefonia. Nonostante molte sedi si presentino come sportelli di prossimità a servizio gratuito, nella realtà parte degli introiti di questi centri proviene proprio dalle pratiche che essi avviano per conto dei clienti, soprattutto se associati a cambi di fornitore o ad attivazioni di nuovi servizi.

Esistono strutture che, almeno nella fase iniziale, dichiarano di non applicare costi diretti al cittadino; questa condotta crea fiducia nei consumatori e favorisce la fidelizzazione. Tuttavia, il vero profitto deriva spesso da commissioni riconosciute dai fornitori di energia ogni qual volta viene concluso un contratto tramite la loro intermediazione broker.

Quanto guadagnano davvero sulle pratiche?

Il guadagno di un centro assistenza bollette si basa prevalentemente su compensi provvigionali che variano in base al tipo di servizio:

  • Per ogni nuova attivazione di utenza (luce, gas, telefonia), il centro può ricevere dai fornitori un compenso che va da 30 a oltre 100 euro per singolo contratto. L’importo esatto dipende dalla tipologia di servizio e dagli accordi commerciali in essere.
  • Nel caso di pratiche di voltura o subentro, le commissioni possono essere inferiori, ma comunque comprese tra 10 e 40 euro a pratica.
  • Per le pratiche più complesse (contestazioni, conciliazioni per bollette errate o spropositate), alcuni centri possono richiedere direttamente un corrispettivo al cliente, solitamente nell’ordine di 20-50 euro, a cui si possono aggiungere ulteriori margini se la pratica porta al cambio di operatore.

Non mancano casi in cui la consulenza di base venga offerta gratuitamente, ma ogni servizio aggiuntivo (come la preparazione di lettere di reclamo o pratiche di rimborso) prevede costi supplementari. Alcuni centri inseriscono tariffe “nascoste” non sempre evidenti al momento della richiesta del servizio, a volte mascherate nelle spese di istruttoria o di spedizione della documentazione. Tuttavia, il vero business resta quello delle provvigioni sulle attivazioni e sui cambi di gestore enel o gas, spesso accompagnato da campagne commerciali mirate energia elettrica.

Modelli di business e qualità della consulenza

Alcuni CAB si presentano come realtà orientate alla tutela del consumatore, anche con sportelli nati in collaborazione con enti no-profit o associazioni locali, offrendo realmente assistenza gratuita nella mera gestione delle utenze e dei diritti del cittadino. Tuttavia, la maggioranza delle strutture presenti sul territorio italiano agisce per lo più con una logica commerciale, assimilabile a quella delle agenzie di intermediazione commerciale, focalizzata sulla sottoscrizione di nuovi contratti.

Il personale dei centri, quando qualificato e formato correttamente, è in grado di fornire un reale valore aggiunto interpretando l’intricata giungla delle tariffe energetiche, segnalando anomalie nei consumi, individuando errori di fatturazione e suggerendo eventualmente strumenti per la rateizzazione o la conciliazione stragiudiziale. Sfortunatamente, crescono i casi di operatori poco qualificati che, spinti dal solo ritorno economico, propongono cambi di gestore non sempre realmente vantaggiosi per il consumatore finale, privilegiando le offerte più redditizie per il centro e non per il cliente.

Risvolti etici, trasparenza e consigli ai consumatori

Il problema principale riguarda la trasparenza con cui tali centri comunicano le proprie fonti di guadagno e le eventuali commissioni percepite. Non sempre le informazioni relative alle provvigioni per i cambi di operatore o per le attivazioni di nuovi contratti sono esplicitate al consumatore: spesso il cliente ritiene di ricevere un aiuto neutrale, senza sapere che il consiglio verso una determinata tariffa può essere guidato da logiche di interesse provvigionale più che dal reale beneficio economico e contrattuale.

Per questi motivi, è fortemente consigliato:

  • Chiedere sempre se il servizio di assistenza è completamente gratuito o se prevede commissioni dirette o indirette.
  • Domandare con quale criterio viene suggerita una determinata offerta o gestore e se il centro ha accordi in esclusiva con alcune compagnie.
  • Verificare di persona le condizioni offerte, confrontando autonomamente più proposte e consultando siti istituzionali o associazioni di tutela dei consumatori.
  • Prestare attenzione a proposte troppo insistenti di cambio gestore o a offerte che sembrano troppo vantaggiose rispetto ai prezzi di mercato.

I centri assistenza bollette possono rappresentare un valido aiuto in caso di difficoltà o disguidi con le proprie utenze, ma solo se gestiti nella massima trasparenza e professionalità. Il rischio più concreto è che la mancanza di chiarezza sui sistemi di remunerazione porti a un conflitto d’interessi tra profitto del centro e reale interesse dell’utente.

In definitiva, se il servizio offerto appare gratuito, spesso “la verità nascosta” è che chi guadagna realmente sulle pratiche non è solo il fornitore di energia, ma chi propone il cambio, ossia il centro stesso, sostenuto da una filiera provvigionale ben strutturata che rende conveniente, per loro, ogni pratica evasa con successo. Essere consumatori consapevoli, informarsi in modo autonomo e chiedere sempre trasparenza resta la strategia migliore per tutelarsi ed evitare spiacevoli sorprese sulla propria bolletta o nel portafoglio.

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