Ecco la cifra media che gli italiani tengono sul conto corrente: sei sopra o sotto la media?

In Italia, la cifra media che viene mantenuta sul conto corrente dagli individui e dalle famiglie si aggira attualmente attorno ai 12.500 euro. Questo dato rappresenta una fotografia aggiornata dell’andamento finanziario del paese nel 2025, come sottolineano diverse fonti autorevoli. Capire se si è al di sopra o sotto la media nazionale significa conoscere la propria giacenza media, ovvero il saldo medio annuo che si tiene effettivamente disponibile sul conto, consultabile direttamente sull’estratto conto o tramite il proprio istituto di credito.

La media degli italiani: dati aggiornati e interpretazione

Oltre il 70% degli italiani presenta una giacenza che si colloca intorno ai 12.500 euro, secondo i dati ufficiali forniti a metà 2025. Se la propria somma disponibile sul conto supera questa soglia, ci si posiziona tra coloro che dispongono di una liquidità superiore a quella della maggioranza dei correntisti italiani. Di contro, se si è al di sotto, si rientra nella fascia che meglio rappresenta l’andamento complessivo del paese, o appena sotto la media stessa.

Va detto che il valore medio nasconde una marcata variabilità legata a diversi fattori chiave:

  • Fascia d’età: i giovani lavoratori e gli studenti tendono ad avere saldi sensibilmente più bassi rispetto alle famiglie consolidate o alle persone in età avanzata.
  • Area geografica di residenza: regioni con tassi di occupazione o di reddito maggiori mostrano giacenze mediamente più alte, mentre le zone meno sviluppate ne presentano minori.
  • Professione: i lavoratori autonomi e i professionisti, soprattutto over 40, tendono a mantenere una maggior liquidità a disposizione rispetto ai dipendenti con redditi fissi.

Nell’ambito del conto corrente, queste variabili sono decisive nell’interpretazione della cosiddetta “media”, che non deve essere vista come un parametro unico valido per tutto il paese, ma come un punto di riferimento utile per individuare tendenze e orientamenti.

Fasce di saldo e significato

L’osservazione della giacenza media permette di suddividere i correntisti italiani in fasce di saldo significative:

  • Saldo superiore a 12.500 euro: si è sopra la media nazionale, categoria che include principalmente famiglie consolidate, lavoratori esperti, professionisti e pensionati con rendite medio-alte.
  • Saldo tra 1.000 e 5.000 euro: fascia fortemente rappresentata tra i giovani, i lavoratori dipendenti e le persone con minori capacità di risparmio; riflette uno stile di gestione delle finanze mirato alle esigenze essenziali e a tenere sempre una piccola riserva disponibile.
  • Saldo inferiore a 1.000 euro: è spesso indicatore di situazioni economiche più fragili, con minori possibilità di risparmio o esposizione a spese fisse consistenti rispetto alle entrate.

Per chi detiene un saldo medio compreso tra 1.000 e 5.000 euro, la situazione viene considerata “intermedia” ma diffusa e non preoccupante. La soglia dei 5.000 euro è anche quella oltre la quale scatta l’obbligo di pagamento dell’imposta di bollo annuale sul conto corrente.

Scelte di liquidità e abitudini finanziarie

Gli italiani si distinguono a livello europeo per una diffusa propensione al risparmio in liquidità. Preferiscono spesso mantenere una parte rilevante delle proprie disponibilità sul conto corrente piuttosto che investirle in strumenti finanziari avanzati. Questa tendenza è motivata da diversi fattori:

  • Paura della perdita di potere d’acquisto: l’inflazione e l’andamento instabile dei mercati incentivano molti a lasciare i soldi “fermi”, per averli immediatamente disponibili in caso di necessità.
  • Abitudini culturali: la prudenza, la ricerca di sicurezza e la relativa diffidenza verso strumenti di investimento rischiosi spingono in questa direzione.
  • Fattori contingenti: la crisi energetica, l’incertezza internazionale e le recenti crisi economiche hanno rafforzato il ruolo dei conti correnti come rifugio principale del risparmio.

Secondo i dati della Banca d’Italia, questa scelta di “parcheggiare” la liquidità deriva anche dalla storica propensione al risparmio delle famiglie italiane, che si accentua in momenti di crisi economica e di instabilità.

Consigli pratici e gestione ottimale

È importante sottolineare che non esiste un valore universalmente giusto o sbagliato da mantenere sul proprio conto. Tuttavia, esperti di finanza personale consigliano alcune buone pratiche:

  • Mantenere sul conto solo la cifra necessaria per le esigenze quotidiane e prevedere un fondo di emergenza pari a qualche mensilità delle spese correnti.
  • Non immobilizzare liquidità eccessiva, poiché il denaro fermo perde valore reale a causa dell’inflazione e non produce interessi significativi: meglio destinare eventuali eccedenze a depositi vincolati, investimenti sicuri o strumenti di risparmio più efficienti.
  • Monitorare periodicamente la propria giacenza media per evitare di cadere nell’obbligo di imposta di bollo non necessario o di vedere erosi i propri risparmi dal solo costo di gestione.

Nel 2025, poi, i costi bancari associati al conto corrente risultano differenziati non solo per banca ma anche per profilo di utilizzo (giovani, famiglie, anziani), con un trend complessivamente stabile o in leggera diminuzione per alcune categorie, come le famiglie e gli anziani, mentre aumentano modestamente per i giovani, come evidenziano le nuove analisi di settore.

In conclusione, la liquidità media mantenuta dagli italiani sul conto corrente resta elevata rispetto ad altri paesi, con la soglia di circa 12.500 euro come punto di riferimento chiave. Per chi vuole valutare la propria posizione, sia che si trovi sopra o sotto la media, è essenziale affidarsi alla consapevolezza delle proprie esigenze e a una gestione strategica del patrimonio personale, ricordando sempre che le scelte migliori sono quelle calibrate sul proprio profilo di rischio, sulle proprie necessità e sugli obiettivi di stabilità finanziaria a lungo termine.

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