Sei inquilino? Ecco cosa può davvero chiederti l’amministratore di condominio (e cosa no)

Essere inquilino in un complesso residenziale gestito da un amministratore di condominio solleva spesso dubbi su quali richieste siano legittime e su cosa l’amministratore possa effettivamente pretendere dagli occupanti degli alloggi. La risposta a queste domande non è scontata, poiché la normativa italiana distingue con chiarezza sia i compiti e limiti dell’amministratore sia le differenti posizioni tra condòmini proprietari e semplici inquilini.

Ruolo e poteri dell’amministratore: ambito e limiti

L’amministratore è il rappresentante legale della collettività condominiale, con poteri e responsabilità stabiliti soprattutto dagli articoli 1129, 1130 e 1131 del Codice Civile. Agisce sulla base di un mandato conferito dall’assemblea dei proprietari e il suo ruolo principale è quello della gestione ordinaria e straordinaria delle parti comuni dell’edificio o del complesso immobiliare.

L’amministratore deve principalmente:

  • Eseguire le delibere dell’assemblea condominiale
  • Gestire e custodire la documentazione e il patrimonio comune
  • Amministrare le spese condominiali e i relativi pagamenti, mantenendo un rendiconto — il cosiddetto rendiconto condominiale — chiaro e trasparente
  • Convocare l’assemblea ordinaria almeno una volta all’anno
  • Curare l’osservanza del regolamento condominiale, se esistente
  • Assolvere tutte le pratiche necessarie alla manutenzione delle parti comuni (portone, scale, ascensore, cortile, impianti ecc.)

I suoi poteri di rappresentanza sono limitati dalla legge, dal regolamento condominiale e dalle deliberazioni dell’assemblea. Solo l’assemblea può affidargli decisioni particolari o ampliare i suoi poteri oltre quelli previsti dalle norme.

Cosa può chiedere l’amministratore a un inquilino

Una delle principali confusioni riguarda i rapporti tra amministratore, proprietario e inquilino. Per il diritto italiano, solo il proprietario dell’immobile – ossia il condòmino – è il diretto interlocutore dell’amministratore. Tuttavia, l’inquilino può essere destinatario di comunicazioni necessarie al buon funzionamento delle parti comuni; ad esempio l’amministratore può chiedere di:

  • Rispettare le norme di comportamento previste dal regolamento condominiale
  • Evitare attività moleste o vietate negli spazi comuni
  • Consentire l’accesso all’appartamento in caso di interventi urgenti (es. perdite d’acqua che coinvolgano più unità)

L’amministratore ha cioè il dovere di pretenderne il rispetto delle regole comuni e di segnalare eventuali infrazioni sia all’inquilino che, in modo formale, al proprietario. Nel caso di comportamenti contrari al buon andamento o problematici, può richiedere di modificare o cessare tali condotte e, se necessario, coinvolgere le autorità o il giudice.

L’amministratore, però, non può mai chiedere direttamente il pagamento delle spese condominiali all’inquilino: la responsabilità verso il condominio è sempre del proprietario, che potrà poi rivalersi sull’inquilino se previsto dal contratto di locazione.

Cosa non può pretendere l’amministratore da chi è in affitto

L’inquilino, pur vivendo nello stesso edificio, non è parte diretta nell’assemblea né destinatario degli atti amministrativi formali (ad eccezione di circostanze particolari come la delega da parte del proprietario). Ecco cosa NON può chiedere o pretendere l’amministratore da un inquilino:

  • Contributi diretti in denaro per spese ordinarie o straordinarie: ogni richiesta deve passare dal proprietario dell’appartamento
  • Partecipazione all’assemblea condominiale, salvo espresso mandato del condomino proprietario
  • Decisioni o autorizzazioni per lavori che riguardano le parti private
  • Fornitura obbligatoria di dati personali, a meno che non siano necessari per specifiche esigenze di gestione o sicurezza delle parti comuni

Pertanto, ogni obbligazione economica verso il condominio ricade solo sul proprietario. L’inquilino può, a sua volta — tramite il proprietario — sollevare questioni all’amministratore sulle parti comuni o sul rispetto del regolamento, ma non può ottenere risposte o decisioni vincolanti direttamente.

Interessi, diritti e comunicazioni: come si tutelano gli inquilini

Benché non siano parte attiva nelle decisioni condominiali, gli inquilini hanno tutto il diritto di vivere in un ambiente decoroso, sicuro e rispettoso delle regole. Se ravvisano disfunzioni nelle parti comuni, possono:

  • Segnalare problemi o danni al proprietario, che li girerà all’amministratore
  • Chiedere chiarimenti su regole o orari di uso delle parti comuni (ad esempio cortili, box, ascensori)
  • Richiedere, sempre tramite il locatore, interventi di manutenzione urgente sulle parti comuni

L’amministratore è tenuto ad accogliere le segnalazioni di problematiche legate alle parti comuni, fare rispettare le regole e, se richiesto dal proprietario, fornire informazioni sulla gestione del condominio e sulla situazione contabile.

Va ribadito che l’inquilino, in assenza di un mandato di delega scritto del proprietario, non può intervenire nelle assemblee condominiali con diritto di voto, né recepire formalmente i documenti ufficiali dell’amministratore.

L’equilibrio tra esigenze del condominio, prerogative dell’amministratore e diritti dell’inquilino trova la sua sintesi nel rispetto delle regole comuni e nella corretta comunicazione tra le parti. Una gestione trasparente e il buon senso restano gli strumenti più efficaci per prevenire incomprensioni, conflitti e attriti nelle realtà residenziali multi-abitative.

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