L’Assegno di Inclusione (ADI) rappresenta la principale misura nazionale di sostegno economico e di accompagnamento all’inclusione sociale rivolta alle famiglie in condizioni di difficoltà economica. Una delle domande più frequenti riguarda la possibilità, per chi è già titolare di una pensione, di richiedere questo beneficio anche nel 2025. La risposta è positiva: i pensionati possono accedere all’ADI, purché siano rispettati i requisiti previsti dalla normativa attualmente in vigore.
Condizioni di accesso all’Assegno di Inclusione per i pensionati
Il diritto all’Assegno di Inclusione non esclude automaticamente coloro che sono già titolari di qualsiasi tipologia di pensione, incluso l’assegno sociale o trattamenti similari. Il requisito fondamentale rimane il rispetto dei parametri richiesti per tutti i nuclei familiari destinatari della misura. In particolare, il pensionato può presentare domanda se:
- appartiene a un nucleo familiare in cui tutti i componenti hanno almeno 67 anni oppure nel quale è presente almeno una persona con più di 60 anni, un minore o un soggetto con disabilità;
- sono soddisfatti gli specifici requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, tra cui la presenza continuativa sul territorio nazionale per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due senza interruzioni;
- vengono rispettate le soglie ISEE e reddituali fissate dalla legge, che per il 2025 sono state innalzate per estendere la platea dei beneficiari, includendo circa 50.000 famiglie in più rispetto al passato;
- il valore del patrimonio immobiliare e mobiliare della famiglia non supera gli importi stabiliti dalla normativa vigente.
In sintesi, essere pensionati non preclude la possibilità di ricevere l’Assegno di Inclusione: ciò che conta è il rispetto integrale dei requisiti relativi sia ai componenti familiari sia alla situazione economica.
Requisiti economici e composizione del nucleo familiare
Il riferimento principale per stabilire il diritto all’ADI resta l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), che deve essere inferiore a 9.360 euro nel 2025 secondo l’ultimo aggiornamento normativo. È inoltre necessario che il valore del patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) non superi 30.000 euro annui e che il valore del patrimonio mobiliare, sempre calcolato secondo i criteri ISEE, rispetti i limiti fissati dalla legge.
La misura è destinata principalmente ai nuclei familiari con:
- almeno un minore;
- almeno una persona con disabilità, secondo la definizione utilizzata a fini ISEE;
- almeno un anziano di età pari o superiore a 60 anni;
- un componente inserito in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali, certificati da una pubblica amministrazione.
È importante evidenziare che per i nuclei composti esclusivamente da over 67, cioè da persone di età pari o superiore a questa soglia, le condizioni sono leggermente diverse, ma sempre centrate sull’ammontare del reddito e la situazione patrimoniale complessiva. In questi casi l’importo dell’Assegno di Inclusione può essere cumulato con prestazioni pensionistiche, purché il totale non oltrepassi gli importi stabiliti come soglia di accesso.
Procedura di domanda e strumenti di supporto
Per presentare domanda di Assegno di Inclusione, i pensionati devono:
- verificare di soddisfare tutti i requisiti richiesti, sia personali che economici;
- presentare la richiesta all’INPS tramite il portale istituzionale, accedendo con credenziali SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o la Carta Nazionale dei Servizi;
- rivolgersi eventualmente ai CAF o ai patronati (come INAS o CISL), che possono fornire un supporto nella compilazione e nell’invio della domanda.
Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) rappresenta uno step fondamentale: è un accordo tra il richiedente e i servizi sociali per la gestione del percorso di inclusione. Il pagamento dell’assegno prende avvio dal mese successivo a quello in cui il richiedente sottoscrive questo patto.
Nel caso di domande già accolte e in corso di pagamento, il calcolo degli importi viene aggiornato in automatico in presenza di nuove condizioni economiche o regolamentari. Le domande respinte per difetti formali, come la mancata indicazione di carichi di cura, sono oggetto di riesame d’ufficio laddove il richiedente abbia successivamente prodotto la documentazione mancante.
Caratteristiche dell’importo e cumulabilità con la pensione
L’ammontare dell’Assegno di Inclusione può variare a seconda:
- della composizione del nucleo familiare;
- dell’età e della condizione dei componenti (anziani, minori, persone con disabilità);
- dell’ammontare dei redditi percepiti dal nucleo, comprese tutte le prestazioni pensionistiche.
In presenza di trattamenti pensionistici già ottenuti dal nucleo, questi vengono considerati ai fini del calcolo dell’importo spettante. Tuttavia, l’ADI può essere erogato anche a chi riceve già la pensione – l’importante è che la somma complessiva dei redditi non superi il limite previsto dalla legge. Il requisito non riguarda solo la pensione di vecchiaia, ma comprende anche l’assegno sociale, la pensione di reversibilità e altre forme assistenziali.
La durata dell’erogazione è annuale e rinnovabile in caso di permanenza delle condizioni di bisogno. Coloro che percepiscono l’Assegno di Inclusione possono cumulare altri eventuali benefici economici erogati dallo Stato o dalle Regioni, salvo diversi limiti posti da discipline specifiche.
Vantaggi per i pensionati
- L’inclusione nei beneficiari di soggetti già pensionati rappresenta una significativa tutela contro la povertà nelle fasce più anziane della popolazione.
- La misura consente di integrare trattamenti di importo modesto, come appunto l’assegno sociale, garantendo un minimo vitale che consente una maggiore dignità e autonomia economica.
- L’aumento delle soglie ISEE e reddituali ha ampliato la platea dei possibili aventi diritto anche tra i pensionati in condizioni di vulnerabilità economica.
Per approfondimenti sui criteri di calcolo dell’ISEE è possibile consultare la voce relativa su Wikipedia, utile sia per avere chiarimenti normativi che per simulare le diverse condizioni di accesso.
La domanda può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno. In caso di nuove domande, il decorso dell’erogazione prende avvio dal mese successivo a quello di sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale, mentre per i rinnovi è fondamentale confermare la permanenza dei requisiti richiesti.
Riassumendo, un pensionato che versa in condizioni economiche difficili e rientra nei parametri definiti dalla normativa può e deve valutare la presentazione della domanda per ottenere l’Assegno di Inclusione, avendo cura di aggiornare regolarmente la propria posizione presso l’INPS e di farsi assistere da centri di assistenza o patronati in caso di dubbi specifici.